Oggi è la festa della donna, perciò faccio gli auguri a tutte le donne che leggeranno questo articolo.
Tuttavia, vi devo confessare che non mi piacciono queste feste… per due motivi.
1) Col passare degli anni, questi tipi di feste vengono trasformate in appuntamenti meramente commerciali (come, ad esempio, San Valentino). In questa giornata, gli uomini si puliscono la coscienza attraverso il semplice acquisto di una mimosa.
2) Si può dedicare un giorno di festa solo a quelle cose che non avvengono tutti i giorni dell’anno (altrimenti la festa non avrebbe senso). Perciò, festeggiare la donna l’8 marzo, secondo me, equivale ad ammettere esplicitamente che invece, nella quotidianità, la donna non ha pari diritti, dignità e riconoscimenti degli uomini.
Ed effettivamente è così: nella nostra società, la donna subisce molte ingiustizie.
Lo riconosciamo subito e con estrema facilità se pensiamo alla condizione delle donne in altri paesi, come l’Africa o, ad esempio, come l’Afghanistan (dove una donna che subisce uno stupro è obbligata a sposare il suo stupratore).
Eppure, non ci rendiamo conto che anche dove viviamo noi, anche qui in Italia, la situazione delle donne non è poi così bella.
In Italia, i femminicidi (ossia gli omicidi in cui la vittima è stata uccisa in quanto donna) hanno superato gli omicidi perpetrati dalla mafia. Eppure, ultimamente, si parla tanto di lotta alla mafia (giustamente), però non si fa assolutamente nulla per contrastare la violenza sulle donne.
Pensate che più di una donna su tre ha subito violenze da parte del proprio marito… e oltre il 90% di loro non ha mai denunciato l’episodio!
Il fatto triste è che si affronta il problema al contrario: si organizzano corsi di auto-difesa per le donne (così, in futuro, sapranno come reagire contro un’eventuale violenza), mentre non si fa alcun tentativo per far cambiare la mentalità agli uomini.
E quello che serve è proprio un cambio di mentalità, perché il problema non è solo la violenza fisica sulle donne. Il problema è culturale, è nel modo di pensare della gente!
Nella pubblicità, ad esempio, se il prodotto è un detersivo o un alimento da cucinare è sempre la donna che compare. E questo riflette un bruttissimo modo di pensare molto comune, che vuole che sia la donna a dover preparare la cena mentre l’uomo si rilassa sul divano. Ma chi l’ha detto che cucinare, lavare, stirare, pulire, siano lavori “da donna”? Perché, un uomo non può fare questi lavori?! Io abito da solo e faccio tutte queste cose; e, il fatto importante è che continuerei a farle lo stesso, anche se abitassi con una donna! Perciò, che senso ha continuare a far credere che siano compiti riservati esclusivamente alle donne?!
In televisione (soprattutto quelle commerciali, come Mediaset), la donna è sempre rappresentata come un oggetto: viene sfruttato il suo corpo giusto il tempo di un intermezzo musicale e poi torna dietro le quinte. E noi, ormai, pian piano, ci siamo abituati all’idea che la donna sia solo relegata a ruoli marginali e superficiali.
Nel mondo del lavoro, le donne guadagnano mediamente il 20% in meno dello stipendio di un uomo: vuol dire che, per lo stesso identico lavoro, se un uomo guadagna 1000€, una donna ne prende 800! Inoltre, nei ruoli dirigenziali, di alto livello, le donne sono una percentuale bassissima… Eppure, dal punto di vista educativo, le donne dimostrano di ottenere risultati nettamente migliori degli uomini (a scuola, si laureano di più e con voti più alti).
Ci sarebbero moltissime altre ingiustizie contro le donne (anche più sottili e gravi) che sarebbe utile approfondire…
Per ora concludo qui, condividendo con voi un mio desiderio: vivere in un paese meno ipocrita, dove non ci sia più bisogno di un giorno particolare in cui festeggiare la donna.