Attualità, Politica

SI o NO? L’importante è dire qualcosa! Libertà è partecipazione.

Notizia dell’ultima ora: al prossimo referendum del 12 e 13 Giugno non si devono votare per forza 4 SÌ o 4 NO. Si possono votare anche 3 SÌ e un NO (come il sindaco di Firenze Matteo Renzi, del PD), o 2 SÌ e 2 NO (come il presidente del Veneto Luca Zaia, della Lega), o 1 SÌ e 3 NO…

Non si devono per forza votare 4 NO se si è di destra o 4 SÌ se si è di sinistra.
In questo referendum si votano questioni importantissime, che riguardano il futuro di ognuno di noi. Non bisogna cadere nella trappola di abboccare a ciò che i politici ci dicono per cercare di convincerci a fare i loro interssi, e nemmeno fare ciò che ci viene suggerito dagli slogan condivisi su Facebook soltanto perché ci arrivano da un canale di comunicazione “figo”: ognuno di noi dovrebbe riflettere seriamente sui quesiti del referendum e fare ciò che si sente di fare.
Non bisogna mettere questo referendum sul piano politico, perché ci sono in ballo questioni troppo importanti, le cui conseguenze ricadranno su di noi, sul nostro futuro… dove “nostro” è inteso come paese ma anche come persone.

Non è di destra essere favorevoli al nucleare, così come non è di sinistra pretendere che la legge sia uguale per tutti. Non è così che dobbiamo pensare. Ognuno di noi dovrebbe capire come vorrebbe il proprio futuro ed esprimere un voto che consenta di andare verso quella direzione.
Per fare un esempio: desiderate una Italia in cui l’energia sia prodotta principalmente da pannelli solari, pale eoliche e altri fonti rinnovabili (con tutte le conseguenze che ciò comporta)? O, semplicemente, avete paura di rischiare di dover convivere per sempre con scorie radioattive sotto casa? O avete paura di un possibile disastro nucleare? Allora votate SÌ al quesito sul nucleare.

Lasciate perdere tutti i discorsi politici. In questo referendum la politica non ci deve entrare. E’ una questione personale: riguarda la vita di ognuno di noi. Per questo è importante che ogni singolo cittadino vada a votare: per evitare che altri decidano cosa fare della nostra vita e del nostro futuro.

Non vi dico: “andate a votare 4 SÌ”. Vi dico solo: andate a votare per il vostro bene, indipendentemente da cosa voterete. Se non andrete a votare, saranno altri a decidere cosa fare della vostra vita!

Fare il bagno nella vasca è di destra
far la doccia invece è di sinistra
[…]
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
(“Destra-Sinistra”, Giorgio Gaber)

Attualità, Citazioni, Politica, Riflessioni, Storia

Tutti sulla stessa barca

Lampedusa è stata abbandonata dallo Stato Italiano, così come lo Stato Italiano è stato abbandonato dall’Unione Europea.

E’ inutile accusarsi a vicenda alla ricerca della pecora nera (persona, stato o organizzazione che sia) responsabile del problema, causa madre di tutta questa scomoda situazione. Il problema che sta alla radice è che gli esseri umani sono istintivamente egoisti. Lo sono per natura: l’istinto di sopravvivenza della specie ci spinge ad esserlo.

Ai giorni nostri, l’egoismo ci porta ad essere favorevoli a determinate questioni discutibili a patto che esse abbiano un impatto positivo sulla nostra vita e l’eventuale danno non abbia alcuna ricaduta su di noi. Non importa se saranno altri a doversi accollare la responsabilità di gestire le conseguenze negative.

Questo è vero, ad esempio, per la questione dei termovalorizzatori (più correttamente chiamati inceneritori). Vengono considerati un male necessario: servono a smaltire i rifiuti, ma a causa del loro impatto sull’ambiente e la salute, nessuno li vuole accanto alla propria casa.

E’ vero per le centrali nucleari. Producono un’enorme quantità di energia in breve tempo, ma sono costosissime (sia da realizzare, che da dismettere una volta cessata la loro vita produttiva) e producono scorie radioattive pericolosissime che nessuno sa come fare a smaltire. Le persone che ora si dicono favorevoli alle centrali nucleari o sono disinformate oppure pensano solamente al beneficio che ne potranno trarre direttamente, senza pensare che il costo dello smantellamento dell’impianto sarà a carico dei cittadini delle generazioni successive, o che gli scienziati in futuro si troveranno costretti a dover trovare una soluzione al problema delle scorie prodotte, o che, peggio ancora, potrebbe verificarsi una catastrofe (che però, a quel punto, diventerà un problema che va al di là dei confini statali).

E, infine, per tornare all’argomento introduttivo, è vero per la questione degli immigrati; in particolare, gli immigrati arabi che in questo periodo stanno arrivando numerosi in Italia e che si trovano bloccati a Lampedusa, così come a Ventimiglia. Tutti sono d’accordo sul fatto che sia giusto aiutarli (stanno scappando da guerre e da pessime condizioni di vita) ma nessuno li vuole nel proprio paese.

Addirittura, ora, qui in Italia, citando una legge voluta dalla Lega, alcuni li chiamano “clandestini”, dimenticandosi che essi non sono venuti in Italia dopo aver progettato un piano delinquenziale segreto, ma sono semplicemente scappati dal loro paese verso la meta più vicina avente le sembianze di una terra libera e democratica. (Oltretutto, la Lega addita questi “clandestini” come uno dei mali maggiori da combattere, accaparrandosi così i voti di migliaia di gente superficiale, per poi vantarsi del fatto che la Lega ha maggiore consenso al nord, proprio dove le fabbriche vanno avanti perché si avvalgono del lavoro degli immigrati e, senza di essi, probabilmente fallirebbero).

A quanto pare, gli immigrati sono considerati esseri umani solamente quando li si usa per farsi belli davanti agli altri (dichiarando, ad esempio, che bisogna accoglierli per garantire loro i diritti umanitari di cui necessitano), per poi diventare solamente dei volgari numeri quando ce li si trova davanti: “11.285 sbarchi”, “una nave per prelevare i primi 1000 tunisini”, “1.200 migranti nelle ultime 24 ore”, “18.000 clandestini sbarcati a Lampedusa”, “850 posti nel centro di accoglienza”, …

E’ gente come te e me, o sono numeri da scaricare?
(“Numeri da scaricare”, Francesco De Gregori)