Citazioni, Riflessioni

Sabbia che scorre nel vetro

Quando si vuole riprendere qualcosa che è stato interrotto molto tempo prima, ci si trova inevitabilmente a passare attraverso una breve fase di stasi in cui si confronta il presente con il passato, ciò che si è e ciò che si era.

E’ passato più di un anno e mezzo dall’ultima volta che ho scritto in questo spazio. In un periodo così lungo tante cose cambiano e, anche se non ci si rende conto, i cambiamenti più piccoli sono spesso quelli più determinanti, forse perché tendono a passare inosservati, finendo per essere accettati quasi inconsapevolmente: se durante la notte una bufera sposta un masso, ce ne accorgiamo la mattina successiva; ma se la forma del masso cambia a causa del vento debole che spira per un anno intero, difficilmente lo notiamo.

A me sono spuntati alcuni capelli grigi e ora vorrei tanto telefonare a Nutless, chiedergli se possiamo fare un’ultima corsa dietro alla luna o, se non è possibile, perlomeno fermarci a una fontana a pettinare gli anni. Ma non c’è nessuna spiegazione e ho capito che è inutile affannarsi a cercarne una. Così, cercando di scacciare la nostalgia, ho deciso di prendere una valigia vuota ed iniziare a slittare dolcemente in direzione dell’albergo con le  luci spente. Potrebbe sembrare il contrario, ma io lo trovo piacevole.

Musica

Un sogno realizzato

Ieri sera ho vissuto qualcosa di unico e difficilmente ripetibile. Io e l’inseparabile Alice siamo andati all’Alcatraz di Milano per partecipare ad un concerto gratuito di Francesco De Gregori. L’evento è stato registrato da All Music e andrà in onda lunedì 9 novembre alle 21:00. Lasciando da parte le cose finte a cui abbiamo dovuto partecipare (applausi comandati, tenerezze richieste, conduttori frivoli…), è stata una serata indimenticabile.
De Gregori in gran forma: fin da subito saluta il pubblico, improvvisa scenette con i musicisti, si diverte e fa divertire. Le canzoni sono molto curate e i nuovi arrangiamenti sono eccezionali. Insomma, un gran bel concerto.
Alla fine, posati gli strumenti e salutata la band, De Gregori si concede ad una intervista da parte dei due conduttori, al centro del palco. Si sa, lui è uno che parla pochissimo e, anche per questo, è un vero piacere sentirlo parlare dal vivo; è un uomo molto intelligente, colto, che dice quello che pensa fregandosene dei convenevoli che solitamente si fanno in televisione. Per questo, non risparmia “frecciate” verso i conduttori (evidentemente inconsistenti), facendo ridere tutto il pubblico.
Se la serata fosse finita qui, sarebbe stata una serata stupenda. Invece, una successione di eventi inaspettati l’hanno trasformata in un sogno realizzato.
Mentre il locale si stava svuotando, prima di tornare a casa io e Alice siamo andati in bagno. Nell’uscire dal bagno, ho visto una persona apparentemente familiare che, dopo aver indossato un cappello (un borsalino bianco, come quelli che indossa De Gregori), è scesa dal palco e si dirigeva verso di noi. Era lontana ma dagli originali ciuffi di capelli che scendevano lateralmente dal cappello mi sembrava proprio lui. Quando era a due passi da noi, non ho avuto dubbi: Vinicio Capossela! Volevo fermarlo per conoscerlo, ma non avrei avuto niente di originale da dirgli (a parte “sei un genio” o qualcosa di simile), quindi ho evitato. Inoltre, aveva in mano un bicchiere di birra ed era in evidente stato di ubriachezza, infatti quando l’ho chiamato «Vinicio!» lui mi ha fissato senza dire nulla; fatto che comunque non mi sorprende, visto l’originalità del cantante e delle sue canzoni. E’ stata comunque una forte emozione vedere camminare Vinicio accanto a me, come una persona qualunque.
Ed ecco che, quando mi giro verso il palco, a momenti fatico a trattenere l’emozione: afferro Alice per una mano e la trascino correndo giù per gli scalini, verso un’uscita laterale. Lì, l’incontro: Francesco De Gregori, intento a usare il suo cellulare, accompagnato da 4 o 5 uomini. Io grido «Francesco!», lui si gira, viene verso di noi, mi dice «Ciao» e mi porge la mano. Io rispondo al saluto e gli stringo la mano. Rimango un attimo stordito. Sono felicissimo, ma dopo poco mi accorgo che i secondi passano e io lo sto fissando senza dire nulla. Penso: “Sto facendo la figura dello stupido. Devo dirgli qualcosa, altrimenti se ne va”. Poi penso: “chissà quante persone gli hanno già detto le solite cose, come sei bravissimo, ti seguo da sempre,… e suppongo che lui sia stufo di sentirsi dire queste cose”. Così non gli faccio alcun complimento e subito gli chiedo se posso fargli una domanda. Al suo consenso, ricollegandomi all’intervista precedente gli chiedo come sia stato possibile che il gruppo “Ufo piemontesi” abbia inciso una loro versione de “La donna cannone”, che a parer mio è a dir poco scandalosa e irriverente. Lui mi spiega i motivi per cui hanno potuto farlo senza richiedere il suo permesso. Poi gli chiedo se l’ha ascoltata e risponde di no. La mia faccia assume allora un’espressione disgustata e lui aggiunge «No, però mi basta la tua faccia…». Poi ci salutiamo e lui esce dal locale.
Durante il resto della serata, mi è rimasto stampato in faccia un sorriso.
Alice ha commentato: «E’ stato bello assistere in prima persona alla realizzazione di un tuo sogno: ho potuto leggere l’emozione nel tuo volto». Che dire… sono innamorato di questa ragazza!
E’ stata una serata indimenticabile. E fortunatamente avrò l’occasione di rivivere una parte di essa in televisione.
PS. Stanotte ho dormito poco, perché continuavo a ripensare a quanto accaduto. Ho solo un rimorso: non aver fatto alcun complimento a De Gregori. Se lo meritava: è un grande uomo ed ha fatto un concerto perfetto. Spero che non ci sia rimasto male.